Filosofia Postumanista Italia

Ecologia

Un approccio postumanista al rapporto tra l’organismo e l’ambiente in cui esso vive e si evolve intende porsi criticamente nei confronti di alcuni presupposti diffusi: 1) che l’organismo si limiti ad abitare l’ambiente, interagendo con esso in modo strumentale, come una forma vivente che usufruisce di uno spazio pensato ab origine come disponibi-le, sfruttandone le risorse; 2) che l’organismo, in conseguenza del primo punto, si presen-ti come essenzialmente separato dall’ambiente, dotato di qualità originarie che si con-trappongono al contesto di vita attraverso la costruzione di dualismi come sogget-to/oggetto, organico/inorganico, attivo/passivo e agente/spazio inerte. In una concezione postumanista dell’ecologia, la forma di vita non è ciò che occupa un ambiente, ma ciò che nasce e si forma a partire da una relazione costitutiva, insopprimibile e fondamentale con esso. L’organismo non è, in altre parole, separabile dalle sue relazioni, non si costi-tuisce a partire da un centro autentico e autarchico che lo informa e che ne definisce le modalità espressive da riversare successivamente nello spazio esterno come esplicitazio-ne di un sé originario. Al contrario, esso è quanto emerge da rapporti di scambio e parte-cipazione con la realtà in cui è immerso. Un esempio di come si può intendere il supera-mento di una visione ecologica improntata sul dualismo tra agente e ambiente inerte è la teoria della costruzione di nicchia (Niche Construction), termine coniato da Odling-Smee nel 1988, per cui gli organismi partecipano attivamente alla modificazione dello spazio vitale mediante la propria attività e la propria interazione con esso e con altre specie, esercitando un’effettiva pressione selettiva e influenzando di conseguenza il processo evolutivo. Un’ecologia postumanista è dunque un’ecologia a carattere ibrido, post-antropocentrica e post-dualistica, che esclude una postura monolitica delle forme viventi.

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